“Grazie a te caro.. ho la testa che mi sta scoppiando di come riprendere i filoni della rivoluzione”
“Sì, anch’io penso spesso a come è possibile rilanciare un discorso. C’è un silenzio tombale in giro, non so se ci hai fatto caso.”
“Infatti,..
Questo silenzio mi e’ arrivato fin dentro al deserto.
Se vuoi la mia: e’ conseguenza dell’immaturità politica della gente, troppo dipendenti dal discorso in televisione e l’idea che una rivoluzione e’ una passeggiata della domenica. L’assetto del potere in Siria e’ profondamente cambiato, e così in tutta la regione, te lo posso garantire.
L’onda profonda di cambiamento e’ stato avviata. Ora si tratta di sapere se vogliamo rimpiangere le distruzioni oppure iniziare una seconda fase di riconquista.
Il tentativo, da parte dell’alleanza attorno al regime, di fare tabula rasa della speranza di riscatto non e’ funzionato. Veri pezzi della prima fase della rivoluzione stanno ancora in piedi.
Per altro le contraddizioni in campo avversario, con la discesa massiccia di Putin e Netanyahu in campo a sostegno di Asad (magari senza Khamenei), va capita come una opportunità internazionalista senza precedenti: che abbraccia due continenti e in cui l’Europa deve giocare un ruolo centrale.
Non ce l’abbiamo con i siriani depressi, avranno sempre la nostra vicinanza.
Penso che abbiamo un dovere di solidarietà nei confronti delle centinaia di migliaia di martiri della prima fase della rivoluzione. Anche se non hanno ottenuto una vittoria decisiva hanno lanciato una prima diga sulla quale possiamo costruire.
E l’hanno fatto in un mare in tempesta.”
“Hai ragione, e sui siriani depressi non è questione di avercela con loro, ma tenendo conto del passato rapporto sbilanciato tra attivisti in Europa e attivisti siriani: rivolgersi a loro diventa imprescindibile.
E sul fatto che la rivoluzione non è una passeggiata della domenica, ci sarebbe da riflettere molto per farla finita con tutta una confusione fatta di lagne, recriminazioni verso questo o quell’altro.
Ma il punto più importante è quando dici che l’assetto del potere è cambiato. Questo secondo me in Europa non si capisce. Non si hanno elementi. Una visione diversa dell’idea di restaurazione già potrebbe far molto per coinvolgere di nuovo le persone. A patto che crediamo che sia ancora possibile.
E chiaramente anche che ci siano pezzi della rivoluzione ancora attivi è importante. Come si muovono nel nuovo contesto? Come si collocano? Queste sono cose importanti da sapersi. Il silenzio è anche un silenzio informativo. E ho il sospetto che è un po, indotto.”..
- Comunicazione registrata a giugno 2018 e mandata in centrale per maggiori delucidazioni.