Eccoci arrivati all’essenza della questione « Siria » : Prospettive per il 2018

Il collettivo dell’Orientale di Napoli si è distinto in questi anni sullo scenario italiano per più motivi. Qualcuno ci ha addirittura definiti la « pecora nera » delle realtà che agiscono a sostegno della popolazione siriana.

Non ci siamo mai allontanati dal messaggio originale che i siriani hanno mandato alla comunità globale nella primavera del 2011 – quando era ormai chiaro che il regime non avrebbe fatto nessuna mossa seria per avviare delle riforme. Abbiamo ripreso a nostro conto i valori di Libertà, diritti, Giustizia sociale e lavoro che i siriani reclamavano ad ogni raduno in piazza. Considerato la loro condizione di vita reale, esse rappresentavano delle istanze rivoluzionarie.

Sono valori universali, sanciti dai tratti internazionali di cui l’ONU è depositaria.

Da subito ci siamo posti il problema di come agire concretamente per fare sentire alla popolazione civile siriana che essa non era sola davanti alla mattanza, che già si stava consumando. Siamo stati ostacolati però dai pro-Asad nel nostro ateneo e in città. Questa battaglia ideologica si è spostata nelle aule e nelle piazze, come riconquista di un necessario spazio di libertà cittadino.

Quando è diventato chiaro che le istituzioni internazionali non sarebbero intervenuti per salvare i civili siriani dal genocidio, e che lo Stato d’Israele era l’attore principale che dietro le quinte pillottava il Consiglio di Sicurezza dell’ONU verso l’auto-sospensione, qualcuno si è depresso.

Altri sono continuati su questo camino tutto in salita dal momento che in Italia non prendeva un movimento di solidarietà laico con la Rivoluzione in atto in Siria. Come girare lo sguardo dall’altro lato quando era chiaro la catastrofe epocale che si stava consumando sotto ai nostri occhi?

Non tutte le generazioni si trovano di fronte al bivio della Storia : stare dalla parte del torto, del crimine o stare dalla parte dell’Umanità ?

Oggi stiamo finalmente assistendo ad un fattore del tutto nuovo nell’equazione siriana. Uno dei maggiori protagonisti internazionali che mantengono in piedi il guscio vuoto del regime conosce un movimento sociale di protesta senza precedenti su questioni economiche e di politica estera.

Nessuno sa se il regime degli Ayatollah riuscirà a reprimere nel sangue le proteste di piazza odierne, come ha fatto nel 2009-10 con il « movimento verde ».

La certezza però è che questa sia l’unica strada percorribile per portare un futuro di Libertà in Siria : portare le contradizioni del conflitto contro il popolo siriano nel cuore dei tre paesi maggiormente responsabili della carneficina : la Russia, l’Iran e lo Stato d’Israele. Se loro si ritirano dai giochi il popolo avrà campo libero finalmente.

Il fermento nella popolazione iraniana ci sta indicando in queste ore la reale possibilità che ciò si avveri.

Rimaniamo però prudenti e umili, ma sempre attenti e determinati.

Per approfondire maggiormente il ruolo che possono giocare anche le nostre diverse associazioni territoriali per influenzare questioni di politica internazionale, dalla portata di quella siriana, il collettivo dell’Orientale desidera sin da ora invitare le realtà italiane impegnate in prima linea a partecipare ad una Conferenza nel nostro ateneo, con il contributo di esponenti esteri, da tenersi nel corso del nuovo anno.

In attesa della vostra risposta, auguriamo a tutti con il cuore siriano, un anno 2018 di riscoperta della felicità!

Napoli, 31 dicembre 2017

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